Benjamin Graham è considerato il padre del “value investing”, ovvero dell'investimento in valore.
Graham è stato un economista, un professore e un investitore di successo, che ha influenzato generazioni di investitori, tra cui Warren Buffett, il suo più famoso allievo.
Biografia
Benjamin Graham è nato a Londra nel 1894 da una famiglia ebrea che si trasferisce negli Stati Uniti quando egli ha appena un anno; crebbe, così, a New York. Si laureò alla Columbia University nel 1914 e iniziò a lavorare come impiegato in una società di brokeraggio di Wall Street. Nel 1919 fondò la sua società di investimento, la Graham-Newman Corporation, insieme al suo socio Jerome Newman.
Il suo lavoro
Graham fu uno dei primi a sviluppare un approccio scientifico e razionale all'investimento, basato sull'analisi fondamentale delle aziende. Il suo obiettivo era trovare azioni che fossero scambiate a un prezzo inferiore al loro valore reale, determinato dai loro asset, i loro utili e il loro potenziale di crescita. Graham cercava un margine di sicurezza tra il prezzo di mercato e il valore intrinseco, per proteggersi dalle fluttuazioni dei mercati e dagli errori di valutazione.
Nell’arco della sua carriera, Graham scrisse due libri che sono diventati dei classici dell'investimento: “Security Analysis” del 1934 e “The Intelligent Investor” del 1949. In questi libri, spiega i principi dell'investimento in valore e dà consigli pratici su come selezionare e gestire un portafoglio di azioni.
Graham fa distinzione tra due tipi di investitori: gli investitori difensivi, che cercano di preservare il capitale e ottenere un rendimento adeguato con il minimo sforzo e rischio, e gli investitori offensivi, che cercano di massimizzare il rendimento con una maggiore attenzione e impegno.
Graham fu anche un educatore e un mentore per molti giovani investitori. Ha insegnato alla Columbia Business School dal 1928 al 1957 ed è stato presidente della Financial Analysts Federation dal 1945 al 1946. Tra i suoi studenti più noti Warren Buffett, che lo considera il suo maestro e il suo eroe. Buffett ha detto di Graham: "Ho avuto due grandi insegnanti nella mia vita: uno è mio padre, l'altro è Ben Graham".
Le 7 regole d’oro di Benjamin Graham
Secondo Graham queste sono le 7 regole d'oro che dovrebbero guidare la scelta dei titoli azionari da parte di un investitore intelligente; hanno ispirato generazioni di investitori e hanno dimostrato la loro validità nel tempo, Vediamole insieme.
1. Adeguata dimensione dell'azienda: Graham preferiva investire in aziende di grandi dimensioni, con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 milioni di dollari, in quanto riteneva che fossero più stabili, liquide e trasparenti rispetto alle piccole e medie imprese.
2. Stabilità dei guadagni: Graham cercava aziende che avessero mostrato una continuità nei profitti negli ultimi 10 anni, senza subire perdite significative o cali di redditività. Questo era un indice di solidità e capacità di adattamento alle condizioni economiche.
3. Dividendi: Graham riteneva fondamentale che le aziende distribuissero una parte dei loro utili agli azionisti sotto forma di dividendi, in quanto questo era un segnale di fiducia nella propria crescita futura e di rispetto verso gli investitori. Graham esigeva che le aziende avessero pagato dividendi ininterrottamente negli ultimi 20 anni.
4. Crescita degli utili: Graham voleva che le aziende avessero una crescita costante e sostenibile degli utili per azione – EPS – negli ultimi 10 anni, con un tasso medio annuo superiore al 3%. Questo era un indicatore di competitività e innovazione.
5. Moderato rapporto prezzo/utili: Graham era attento a non pagare troppo per le azioni che acquistava, e usava il rapporto prezzo/utili –P/E – come misura di valutazione. Il P/E è il rapporto tra il prezzo di mercato di un'azione e l'utile per azione dell'azienda. Graham preferiva aziende con un P/E inferiore a 15, in quanto riteneva che offrissero un buon margine di sicurezza rispetto al loro valore intrinseco.
6. Moderato rapporto del prezzo sugli asset: Graham usava anche il rapporto del prezzo sugli asset – P/B – come criterio di selezione. Il P/B è il rapporto tra il prezzo di mercato di un'azione e il valore contabile per azione dell'azienda, ovvero il valore dei suoi beni netti delle passività. Graham preferiva aziende con un P/B inferiore a 1,5, in quanto riteneva che riflettessero il valore reale dell'azienda e non le aspettative speculative del mercato.
7. Fattore di sicurezza: Graham applicava sempre un fattore di sicurezza alle sue valutazioni, ovvero una riduzione del valore intrinseco stimato delle aziende per tenere conto degli errori di stima, delle incertezze future e delle possibili perdite. Graham usava un fattore di sicurezza del 50%, ovvero acquistava solo azioni che quotavano almeno la metà del loro valore intrinseco calcolato.