Buongiorno,

colgo l’occasione da questa domanda per rispondere a un dubbio che potrebbe essere condiviso da molti:

"Caro Dott. Bernasconi,
in premessa, grazie per le sue comunicazioni rispetto all’analisi appena pubblicata: Mercati in ribasso, attesa per NVIDIA.

Può essere interessante effettuare ingressi supplementari per mediare le quotazioni? Se sì, su quali titoli?
In attesa di un suo cortese riscontro, porgo un caro saluto."

Ecco la mia risposta:

Parto da una considerazione più ampia: chi mi segue quotidianamente, sia nelle mie comunicazioni scritte sia nelle mie analisi, sa che insisto molto sul concetto di diversificazione. Questo è l’elemento più importante da tenere sempre a mente.

Il principio della diversificazione

Il mio obiettivo ideale di diversificazione prevede che tra il 75% e l’80% del capitale sia investito con una protezione effettiva, garantendo così la sicurezza del patrimonio. Per questa porzione di capitale, la mia aspettativa di rendimento si aggira tra 2 e 3 punti percentuali sopra l’inflazione, quindi ben al di sotto del 10% annuo.

So che, a prima vista, questi rendimenti possono sembrare poco interessanti, ma il ragionamento corretto non è il livello di rendimento in sé, bensì la protezione del capitale. Questa è la nostra "assicurazione finanziaria", ciò che ci permette di mantenere il nostro stile di vita in qualsiasi situazione. Non possiamo permetterci di mettere a rischio questa parte del patrimonio.

La parte di capitale destinata a un rischio maggiore

Il restante 20-25% del capitale è invece destinato a investimenti con un rischio maggiore. In questo caso, quando parlo di diversificazione, mi riferisco al mio ambito di competenza: il mercato azionario, in particolare quello americano.

Ritengo che una buona strategia di diversificazione debba prevedere la suddivisione di questo 20-25% del capitale in 6-7-8 portafogli di titoli diversi.

Se questa strategia è stata seguita correttamente, allora si può valutare la possibilità di incrementare le posizioni. Per esempio, ipotizziamo che si sia investito un settimo del 20% del capitale in un’operazione simile: ciò significa che ciascun portafoglio titolo rappresenta circa il 2% del totale del capitale e che ogni singolo ingresso pesa lo 0,2% del capitale complessivo.

Quando ha senso aumentare l’investimento?

Se la diversificazione è stata impostata in questo modo, aumentare la posizione su questi portafogli di titoli può essere una scelta positiva. Ribadisco che si tratta di titoli selezionati con attenzione, scelti tra i migliori disponibili non solo in base alla mia analisi, ma anche sulla base delle valutazioni dei migliori analisti americani.

In questo modo, non si assume un rischio eccessivo, perché l’investimento è stato strutturato in modo equilibrato. Tuttavia, se ricevo una domanda simile senza avere certezza che questa strategia di diversificazione sia stata effettivamente seguita, il discorso cambia:

• Se un investitore ha già esagerato nell’acquisto di determinati titoli e intende ulteriormente incrementare la posizione, la mia risposta non può essere la stessa.

Il problema non è il titolo, ma la gestione del rischio

Spesso il problema non risiede nel titolo in sé, ma nella quantità di capitale allocata su ogni operazione. Questo è un aspetto che io non posso controllare, poiché dipende esclusivamente dalle scelte individuali di ogni investitore.

Spero che questa spiegazione vi abbia aiutato a comprendere meglio la logica dell’investimento e a sviluppare una maggiore cultura finanziaria, che è uno dei miei principali obiettivi per chi mi segue.

Grazie e buon trading a tutti!

Trader di successo Marco Bernasconi Trading & Ideatore del “Trading System OrsoeToro”

T. +39 335 8120855

E. info@marcobernasconitrading.com